Vancouver 2020 – tra sogno e realtà

Di Vicky Paci

Foto Lorris Becci

Camminando per le strade viene il dubbio di trovarsi in Oriente. Vancouver ospita la più grande comunità asiatica del Canada, tutti integrati, molti di seconda o terza generazione. È una città mutevole molto diversa ad esempio da Toronto dove esistono ancora (insieme ad altre etnie) i veri canadesi. Sul podio delle città con la più alta qualità di vita: ma e’ ancora cosi’? A nostro modestissimo parere no. Chi scrive prima di trasferirsi definitivamente a Vancouver vi ha trascorso le estati per diversi anni trovando gli aspetti positivi in vantaggio su quelli negativi ma da qualche tempo la citta’ e’ cambiata in peggio sia a livello di igiene che di sicurezza nonche’ l’educazione degli abitanti che noi sempre portavamo ad esempio con gli amici italiani.

Mancanza di cestini per raccogliere i rifiuti, serve la lentina per individuarne uno: ad onor del vero, anche dove sono presenti, in strada o nelle aiuole fioccano in bella vista cartacce, cicche di sigaretta, ora anche mascherine usate e (perdonateci la parola) schifezze di ogni genere e non stiamo parlando solo di East Hastings dove magari qualche problemino lo hanno sempre avuto ma di stazioni dello ski train, parchi bellissimi dove le persone consumano il pranzo e lasciano la bottiglia di plastica o il sacchetto sulla panchina dove poco prima banchettavano o direttamente sulle spiagge. Poca vigilanza da parte delle forze dell’ordine anche per quanto riguarda il transito dei ciclisti: le piste ciclabili non mancano ma non di rado sfrecciano nelle piste pedonali. Esistono regole per i fumatori sulla distanza dalle scuole, uffici pubblici, ecc… ma siccome non c’e’ controllo ognuno fuma dove vuole e naturalmente lascia la cicca, speriamo almeno spenta, dove capita. Passiamo all’educazione che sta scemando in tutti ad iniziare dal non cedere il posto sui mezzi ad anziani o portatori di problemi.

La lingua? A volte pur conoscendo l’inglese siamo impreparati per certe espressioni e qui apriamo una parentesi: gli italiani di Vancouver non sono i numeri di Toronto ma ci sono, ebbene tranne poche eccezioni non si trova un traduttore mentre si parlano molte altre lingue diremmo quasi tutte le piu’ importanti. Questo risulta sicuramente un handicap verso l’Italia i cui abitanti hanno contribuito a rendere grande il Canada ed ora, a nostro parere, un po’ messi da parte in favore di altre etnie magari portatori di business che l’italico (salvo eccezioni) non puo’ permettersi. Ci sarebbe molto altro da aggiungere: quelli che fingono di raccogliere le deiezioni del loro cane poi appena non li guardi si allontanano, quelli che fingono di timbrare il biglietto sul bus poi, Ohps! Non funziona, quelli che guidano strisciando l’auto sul marciapiedi e se non stai attento ti arrotano (poi al road test gli esaminatori fanno le pulci a noi italiani che secondo loro non sanno guidare), i pochi appartamenti pet friendly, vita sociale uguale a zero, quelli che si sdraiano sui sedili dello ski scarpe comprese, ecc…ecc….. Per concludere, vale il detto “tutto il mondo e’ paese” e, a parere nostro e di molte persone intervistate, Vancouver pur essendo una citta’ molto bella sta degenerando anche rispetto alla qualita’ della vita che e’ molto cara: la gente lavora, lavora, lavora e quando torna a casa si ritrova in un appartamento che sembra quello di Barbie e magari non puo’ permettersi quasi nulla perche’ tutto molto costoso comprese le cure sanitarie che, escluse quelle di prima necessita’, sono a pagamento e necessitano di assicurazioni private. Allora quando incontriamo persone menomate nel fisico (specialmente anziani) ci chiediamo “E’ un processo irreversibile o con cure adeguate sarebbero guarite?” .

Il Canada ha popolato l’immaginazione collettiva dei nostri padri ed ancor oggi fa sognare tante persone, non solo giovani, in cerca di un futuro migliore e lo si evince leggendo i social dove fioccano le richieste di informazioni su come ottenere i permessi per vivere o studiare e, in special modo Vancouver che ospita una delle universita’ piu’ prestigiose, accende la fantasia dei ragazzi e noi non vogliamo fare i disfattisti ma da cittadini dotati di spirito critico ed attenti al benessere della comunità dove viviamo, con umilta’ cercare di spronare al meglio e crediamo che insieme alle cose positive occorre spiegare anche le negativita’ perche’ il cronista non puo’ chiudere gli occhi e dire sempre che tutto va bene. Comprendiamo benissimo che i giovani siano attirati dalla grande metropoli ma, siccome il Canada e’ enorme e stupendo, il sogno americano potrebbe anche concretizzarsi in una piccola provincia dove la vita e’ a dimensione piu’ umana. A corredo del pezzo abbiamo aggiunto qualche foto scattate in diverse zone.

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