Una mostra d’arte da non perdere al Centro Italiano di Vancouver

Di Anna Foschi Ciampolini

Foto Anna Foschi Ciampolini

Fra un turbinio di foglie volteggianti per aria e giacenti a terra, colorate in tutte le sfumature di giallo, marrone e rosso in una chiara mattinata di ottobre spazzata dal vento, ho pensato che valeva la pena di “scendere” dalle montagne del North Shore per visitare la mostra “Personal and Material Geographies: Craft at the Cultural Centre” che viene ospitata nel Museo del Centro Italiano dal 10 settembre al 20 dicembre di quest’anno. Vi figurano le opere di 23 artisti della British Columbia, fra essi sono stati invitati sette artisti First Nations, che con la loro presenza non soltanto arricchiscono la mostra con l’intensità e la profondità spirituale delle loro opere ma suggellano anche il legame che il Centro sta costruendo con artisti e rappresentanti delle più importanti correnti culturali della nostra città. La mostra, progettata e allestita da Mary- Beth Laviolette, Curatore ospite, con Angela Clarke (Direttrice della Italian Cultural Centre Gallery) e Raine Mckay (Craft Council of B.C.) si concentra sulle tradizioni e tecniche artigianali artistiche nelle tradizioni europee, asiatiche e delle First Nations della B.C. e si propone di rivalutare il concetto di “artigianato”. Finora, questo tipo di arte creativa è stato spesso considerato come frutto di esperienze e capacità manuali e artistiche collettive tramandate da generazioni, come espressione di fedeltà alle tradizioni più che come libera e potente manifestazione di creatività e originalità. Gli artisti che espongono illustrano invece una narrativa molto diversa, dove l’ispirazione individuale affonda le radici nella memoria collettiva e personale, tramanda storie di popoli, di individui e della terra, dell’ambiente naturale che permette la loro sopravvivenza come in “Crucifix” di Bettina Matzkuhn, o nello sconvolgente “put back together all we have broken apart” di Annie Ross, composizione composta da una pelle d’orso danneggiata, proveniente da un negozio di usato, lana rossa e azzurra, cuoio, tendini, sferette di vetro e cristallo, cedro rosso, abalone, paillettes, tutto materiale di recupero.

Gli artisti che espongono sono: Debra Sparrow, Meghann O’Brien, Debra Sloan, Marlene Liddle, Danielle Morsette, Bettina Matzkuhn, Annie Ross, Amy Gogarty, Veronica Waechter, Angelo Cavagnaro. Michelle Sirois-Silver, Barbara Heller,  Lou Lynn,  Kathereine Russell,  Charleen Stroud, Melanie Thompson, Catherine Thomson, Monika Urbaniak Nancy Walker, Ocean Wilson, Kari Woo, Christi York .

Angelo Cavagnaro è uno scultore di origine Nisga’a/italiana. Dice di sé: “I am Nisga’a and I grew up in my hometown of Gitlaxtaamiks (New Aiyansh.) My clan is the Eagle/BeaverTribe, and my house is Hleek. I have chosen the Freda Design School of Northwest Coast Art to better my understanding of First Nations art.” Riguardo alla sua ispirazione artistica, spiega: “Many of our teachings originate from land and water, they are our greatest mentors in a way…… seeing the Nisga’a and Tlingit territories from a different perspective made me realize that people are at the mercy of the spirit of water.”

La mostra è frutto della collaborazione fra The Craft Centre of B.C. e Il Centro Italiano; Pam Brown, della Heiltsuk Nation, ha curato il collegamento con gli artisti First Nations.

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