Italia – Ciao Silvio

di Vicky Paci

E’ arrivata in tarda mattinata di lunedi’ 12 giugno la notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi (quattro volte Presidente del Consiglio), presidente del partito da lui fondato, Forza Italia e successivamente rinominato Popolo della liberta’ per poi riprendere il nome originale. Conosciuto da tutti, ammiratori e detrattori, poteva piacere o no ma con lui finisce un’epoca e non e’ una frase fatta solo perche’ oggi molti lo hanno detto: chi scrive ha vissuto quell’epoca ed ha avuto l’onore di conoscerlo. Era il 27 marzo 1994 e nasceva Forza Italia: la sottoscritta insieme con uno sparuto gruppetto di persone (diventati poi amici, colleghi di partito e sostenitori) si riuniva in una cantina parlando di politica, incollando buste di inviti, preparando eventi. Ci furono poi la vittoria alle elezioni politiche e per noi piccoli sostenitori il successo alle elezioni comunali. All’epoca Silvio piaceva a tutti e con la sua discesa in campo faceva sognare il cambiamento, un nuovo
modo di fare politica rompendo gli equilibri che fino a quel momento avevano dominato: aveva ed ha avuto fino alla morte un carisma raro, la capacita’ di capire le persone e l’Italia
laboriosa si era affidata a lui. La sua carriera politica e’ stata qualche volta (a ragione o no, non sta a noi giudicare) costellata di citazioni giudiziarie con incredibili slalom tra un processo e l’altro e denigrazione da parte degli avversari che lo hanno sempre visto come un concorrente da temere e quindi fermare. Si fregia di essere stato, dal 2001 al 2006 il presidente del Consiglio del governo durato più a lungo nella storia della repubblica italiana. Nato a Milano (la sua citta’ dove stamattina e’ morto) figlio di un funzionario di banca, laureatosi in giurisprudenza, possiamo ben dire che prima di entrare in politica ha costruito un impero finanziario: iniziò la sua attività imprenditoriale nel settore edilizio e immobiliare (Cantieri Riuniti Milanesi S.p.A., Edilnord. Milano 2 e Milano 3). Di seguito nacque Fininvest (che raggruppa in gran parte tutte le attivita’), costituita nel 1978 sotto la sua presidenza e all’inizio degli anni Ottanta il “cavaliere” entrò nel settore televisivo rilevando e trasformando la tv via cavo di Milano 2 nella prima televisione commerciale nazionale alternativa e competitor al servizio pubblico: nasceva così Canale 5, a cui veniva affiancata Publitalia, la relativa concessionaria di pubblicità cui seguì l’acquisizione di Italia 1 e Rete 4. Un network nazionale in grado di competere con la RAI. Divenne poi il primo editore italiano nel settore libri e periodici con l’acquisizione della quota di maggioranza della Arnoldo Mondadori, oltre alla grande distribuzione (con la proprietà del gruppo Standa, poi ceduto) e nel mondo delle assicurazioni e delle gestioni finanziarie (con le società Mediolanum e Programma Italia). Dal 1986 al 2017 è stato proprietario del Milan, del quale è stato anche presidente. Sotto la sua gestione, il club ottenne importanti successi a livello nazionale e internazionale. Fra qualche anno i libri di storia lo ricorderanno (come gli altri statisti) ma siamo sicuri che lui avra’ qualche riga in piu’ perche’ il suo modo di fare politica ha cambiato e segnato la storia contemporanea dell’Italia. Alla notizia della sua scomparsa tutti i leader italiani e mondiali lo hanno ricordato e mercoledi’ lo saluteranno nei funerali di Stato che verranno celebrati in Duomo.
Condoglianze alla famiglia dalla redazione de Il Marco Polo.

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