di Vicky Paci
Il tango, ballo sensuale e romantico ma al tempo stesso storia di vita vissuta, di amori, gelosie e passioni. Sulla sua nascita cala un po’ di nebbia: ci sono moltissimi libri che trattano questo argomento, fatto sta che le origini del tango sono misteriose ma le fonti piu’ accreditate parlano di Buenos Aires (Argentina) e Montevideo (Uruguay) e pare che anche i migranti italiani abbiano contribuito. Sull’argomento, il professor Angel Mario Herreros ha tenuto una interessante conferenza o per meglio dire una lezione musicale sulla storia del tango, dal titolo “O gene italiano do tango” che ha avuto un buon successo nella serata di domenica 21 settembre nella cornice della biblioteca comunale di Lagos.
Un professore con la passione per la musica, non un ballerino di professione ne’ un maestro: pensate che nella vita di qualche anno fa era commercialista e docente universitario di matematica quando un giorno ha deciso di dedicarsi alla musica ed al tango collaborando con varie riviste non solo argentine e pubblicando due romanzi: “Al Petizo le gustaba Tanturi” (2006) e “La noche que secuestramos al Cachafaz” (2009). Al cospetto del numeroso pubblico intervenuto all’incontro di domenica scorsa Herreros ha rappresentato la cultura del tango che, ha spiegato, è una visione del vivere, è più che un ballo, è una filosofia di vita, demolendo il cliche’ che il tango sia triste o che, come da molti ritenuto, sia “il lamento del cornuto”. In quanto metafora di vita il tango contiene tutte quelle cose che fanno parte dell’esistenza stessa: amicizia, amori che ci sono e che finiscono. A tal proposito la serata e’ stata intervallata da esempi suonati da lui stesso alla chitarra oltre che all’ascolto di varie incisioni ed alcune esibizioni di ballo di Herreros insieme alla ballerina Giovanna Socci. E’ stata una bella occasione per far conoscere a noi profani i misteri di questo ballo provocante ma colmo di contenuti e vita vissuta.