Il ruolo delle donne per la valorizzazione delle risorse naturali

di Emanuela del Zompo
Evento tutto al femminile se non per la presenza del sottosegretario agli Affari Esteri Giorgio Silli e Marco Rusconi, il convegno promosso al Meeting di Rimini 2024  in collaborazione con AICS Martina Albini, responsabile del Centro Studi WeWorld; Amy Dieng Kebe, esperta genere Programma Agricolo Italia-Sénégal; Valentina Morini, responsabile Paese LVIA in Mozambico;  Marco Rusconi, direttore AICS.  Presentata la storia di Sereti Nabaala, attivista comunitaria Maasai (Kenya) impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici. Intervento conclusivo di Giorgio Silli, sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale. L’evento moderato  Marta Collu, referente genere AICS, ha sottolineato il ruolo cruciale delle donne sull’accesso all’Acqua, sullo sviluppo agricolo (Terra), sull’approvvigionamento energetico (Fuoco) e sulla lotta ai cambiamenti climatici (Aria). Attraverso una conversazione con donne provenienti dai Paesi africani o impegnate in partenariati con tali Paesi, il focus del dialogo è stato incentrato ad approfondire il ruolo delle donne per la valorizzazione delle risorse naturali essenziali per lo sviluppo (acqua, terra/agricoltura, aria/clima, fuoco/energia) e comprendere le barriere che esse incontrano nell’accesso a tali risorse in virtù delle forti discriminazioni incontrate dalle donne, ragazze e bambine nei contesti di provenienza. Durante il dibattito alternato con la proiezione di filmati sono emerse le barbarie ancora subite dalle donne in certe comunità africane, visioni che hanno toccato il pubblico, soprattutto per la mancanza culturale e di formazione verso argomenti ritenuti ancora oggi dei veri e propri tabù, come il ciclo mestruale e la necessità di fare una corretta informazione su un aspetto naturale della vita di ogni donna come l’igiene. Il sottosegretario agli affari esteri, Giorgio Silli, “commosso e turbato” allo stesso tempo, dalle visioni delle immagini e dalla storia raccontata dall’attivista  Sereti Nabaala, ha dichiarato che in un epoca evoluta come la nostra, è inacettabile tollerare tale condizione della donna in tali Paesi.
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