di Anna Foschi Ciampolini
Guido Casini aveva 32 anni quando arrivò a Montréal il 24 dicembre 1924. Era la vigilia di Natale e la gente affollava le vie della città per le ultime compere festive. Qualche giorno prima, Casini era sbarcato al porto di Halifax a Pier 21, dove gli emigranti venivano accolti, portando i suoi strumenti d’arte e aveva poi viaggiato fino a Montréal dove sapeva che esistevano ottime possibilità di lavoro e guadagno nel campo delle belle arti. Faceva freddo, la gente carica di pacchi andava di fretta, in strada passavano di continuo automobili e mezzi pubblici. Casini si guardò intorno un pò smarrito. Questa era una metropoli tanto diversa dalla bellezza raccolta di Castelfiorentino, dove era nato, o di Firenze dove aveva studiato alla Scuola di Arti Decorative e Industriali e poi all’Accademia con il noto professore Antonio Rivalta. Aveva girato mezza Italia per perfezionare I suoi studi: a Roma all’ Accademia di San Luca, poi a all’Accademia di Venezia e infine a Ravenna, aiutandosi con le borse di studio e i premi che vinceva , finché era arrivata la Grande Guerra e lui, luogotenente degli Alpini, aveva dovuto interrompere la carriera di scultore. “Qui posso ricominciare e fare molta strada” pensò Casini mentre cercava l’indirizzo dei compaesani dove alloggiare. E di strada ne fece lo scultore di Castelfiorentino. Ricevette dalla Provincia del Québec e da privati committenti numerose commissioni per monumenti, lavori decorativi, busti commemorativi, statue da esporre nelle chiese, monumenti funerari a Montréal e in altre città. Divenne noto e influente nella comunità italo-canadese e si conquistò un posto di tutto rilievo nella comunità artistica, specie grazie al suo celebre monumento a Giovanni Caboto che resta ancor oggi la sua opera maggiore. Ottenuta la cittadinanza canadese nel 1930 e riunitosi con la moglie Albertina Bausi, Guido Casini iniziò ad esporre nelle gallerie piὺ prestigiose come la Royal Canadian Academy of Arts, dove fu esposta anche una foto del monumento ai caduti che lui aveva scolpito nel 1924 per incarico della città di Castelfiorentino, opera che fu molto ammirata dai canadesi. Intanto nel giro di pochi anni aveva cominciato ad addensarsi nel mondo un’altra tempesta ancora piὺ spaventosa di quella scoppiata nel 1914. Quando l’Italia dichiarò l’entrata in guerra a fianco dell’Asse, il governo canadese nel nome della sicurezza nazionale mise agli arresti gli immigrati e anche i naturalizzati cittadini canadesi di origine italiana, giapponese e tedesca. Casini , insieme ad altri importanti esponenti della comunità italiana di Montréal, fu inviato nel campo di internamento di Petawawa, in Ontario. A guerra finita, tornò alla sua attività artistica a Montréal dove concluse la sua lunga e operosa vita nel 1981, all’età di 89 anni.
In questi giorni è uscito su “Miscellanea Storica della Valdelsa” della Società Storica della Valdelsa, un articolo di Giovanni Parlavecchia sull’opera di Guido Casini, concentrate sulla concezione e creazione del monumento ai caduti di Castelfiorentino che tanto aveva a suo tempo impressionato la società canadese. Questo documentatissimo lavoro si basa sulla relazione tenuta dallo studioso in occasione dell’iniziativa «Il Popolo di Castelfiorentino durante la Grande Guerra (1915-1918). Le immagini, le lettere dei soldati, la mobilitazione civile, la memoria dei caduti», organizzata da Comune di Castelfiorentino, Società Storica della Valdelsa, Associazione Combattenti e Reduci, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Associazione Sei di Castelfiorentino se …, e tenuta il 27 ottobre 2018 presso il Ridotto del Teatro del Popolo di Castelfiorentino. Giovanni Parlavecchia, castelfiorentinese purosangue, nato nel 1949 e laureato in Lettere all’Università di Firenze, ha insegnato nelle scuole medie e dopo aver vinto il concorso per Bibliotecario a Castelfiorentino,sino dagli anni ’70 ha operato nel campo della promozione e organizzazione di eventi culturali. Per tutti gli anni ’90, Parlavecchia ha ricoperto incarichi dirigenziali e di alta responsabilità presso il Comune di Castelfiorentino. L’elenco delle iniziative culturali alle quali ha dato impulso sarebbe troppo lungo. Basti aggiungere che Parlavecchia ha pubblicato saggi e recensioni su argomenti bibliografici, biblioteconomici, di storia locale, di storia contemporanea in riviste quali “Bollettino di informazioni della Associazione Italiana Biblioteche”, “Bollettino per biblioteche”, “Biblioteche oggi”, “Bit”, “Quaderni di documentazione”, “La Rivisteria”, “Il Grandevetro”, “Ricerca e Dibattito”, “Il Ponte”, “Italia contemporanea”, “Passato e presente”, “Miscellanea Storica della Valdelsa”, “Il teatro e il mondo”. A queste si aggiunge la riscoperta e la valorizzazione di un validissimo artista come Guido Casini al quale si riconosce una importanza fondamentale nel rappresentare e diffondere in Québec e in Canada la grande tradizione artistica italiana, l’eccellenza delle accademie d’arte della Toscana e d’Italia e l’impulso che seppe dare attivamente coinvolgendosi per lo sviluppo delle belle arti in Québec.
Anna Foschi Ciampolini, nata a Firenze, vive a Vancouver, Canada. La sua famiglia materna ha radici a Castelfiorentino; infatti, sua madre, Fedra Naddi, era cugina di Guido Casini e parlava spesso della corrispondenza epistolare con lo scultore e la sua famiglia scambiata nel corso degli anni.