di Vicky Paci
Ma davvero dobbiamo mangiare insetti? Gli italiani che vivono nel Paese famoso per il buon cibo (e non lo diciamo noi ma una recente classifica stilata da esperti dove l’Italia e’ collocata al primo posto) dovrebbero mangiare grilli, mosche e quant’altro in nome della sostenibilita’? Mangiare insetti commestibili è un’idea che personalmente ci ripugna e neppure ci incuriosisce. Nella storia dell’umanità non esistono solide tradizioni alimentari basate su insetti e le aree dove li considerano appetibili sono principalmente asiatiche ed africane dove il cibo scarseggia e tutto cio’ che si muove diventa commestibile. Ci sono poi luoghi cone la Thailandia dove si mangiano scorpioni arrostiti e ragni fritti considerati dalla popolazione locale delle vere e proprie leccornie: molto diffusi nello street food asiatico insieme ad insetti come grilli, locuste e bachi che vengono fritti, arrostiti o stufati con salse piccanti. Le termiti e i bruchi sono considerati un ottimo alimento in buona parte dell’Africa mentre in Madagascar si possono assaggiare alcune specie di farfalle fritte con la pastella. Tuttavia non possiamo considerare gli insetti un alimento tradizionale ma eventualmente novel food, quindi soggetti a nuove indagini e controlli di cautela. Non in grandi quantità, dunque ma da tempo la gente mangia insetti sia per sopravvivenza, per tradizioni gastronomiche che li reputano una delicatessen oppure, come la maggior parte degli occidentali, senza neanche accorgersene nelle conserve e le verdure bio. E, dulcis in fundo, dal 24 gennaio 2023 la farina di grillo potrà essere immessa nel mercato della Ue in prodotti come pane, cracker, minestre, sostituti della carne. Noi siamo fautori della liberta’ (ognuno e’ responsabile per se stesso) ma ci auguriamo solo che insieme a questa novita’ ci sia adeguata informazione per il consumatore sulle etichette e chi non vuole cibarsi di insetti non sia costretto a farlo a sua insaputa.