Di Vicky Paci
La senatrice Francesca Alderisi Forza Italia, eletta nella Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America, già prima della sua elezione (avvenuta nel 2018) aveva conquistato popolarità tra gli italiani nel mondo come conduttrice di Rai Italia. Appena entrata in Senato la sua prima dichiarazione fu “Per me più che fare promesse che poi non potrò mantenere, è importante dare voce in Parlamento a chi vive lontano dall’Italia” e lo sta facendo molto bene sempre in prima fila per ascoltare le istanze dei connazionali expat e, quando e’ possibile, fare di tutto per assecondare le richieste. Pertanto, non e’ rimasta insensibile al grido di dolore della stampa italiana all’estero che, se privata o ridotta dei contributi governativi, e’ destinata a morire togliendo la voce a pubblicazioni come Il Marco Polo che parla ai connazionali (specialmente non più’ giovani) permettendo loro di rivivere i momenti in patria ed ai figli e nipoti di conoscere le loro origini. Pertanto, Alderisi insieme con la collega Laura Garavini (Iv) ha presentato una interrogazione alla Presidenza del consiglio “Ripristinare la Commissione per l’esame delle pratiche di richiesta di contributo della stampa italiana all’estero, esistente fino all’entrata in vigore dell’attuale normativa” e noi volentieri la pubblichiamo integralmente. “Con la legge 26 ottobre 2016, n. 198, – ricordano le due parlamentari nella premessa – è stata riformata la normativa sul sostegno pubblico al settore dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale e istituito il fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione; con il decreto legislativo del 15 maggio 2017, n. 70, è stata rivista la disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, in attuazione della legge, ed è stato affidato a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il compito di definire le modalità di accesso ai contributi per il sostegno alla stampa italiana diffusa all’estero”. La regolamentazione prevista nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – annotano Garavini e Alderisi – si applica a partire dai contributi relativi all’anno 2018 e riguarda anche i periodici italiani editi e diffusi all’estero e quelli editi in Italia e diffusi all’estero in misura non inferiore al 60 per cento delle copie complessivamente distribuite; il cambiamento di modalità nelle procedure di richiesta dei contributi da parte dei soggetti che editano i periodici diffusi all’estero sta provocando situazioni di grave difficoltà, dovute sia alle novità introdotte sia alla complessità di alcuni degli adempimenti richiesti, che all’estero scontano situazioni sensibilmente diverse rispetto a quelle esistenti in Italia. La rete dei periodici italiani all’estero – sottolineano le due senatrici – ha avuto storicamente la funzione di mantenere i legami comunitari, preservare l’uso della lingua italiana e far circolare notizie relative all’Italia e alla vita sociale e civile delle stesse comunità, una funzione che consente, peraltro, agli iscritti all’AIRE di assolvere meglio ai loro impegni di cittadinanza; con il passare del tempo, questa rete si è naturalmente ristretta, ma vede ancora la presenza di qualche centinaio di testate, circa centotrenta delle quali negli anni passati hanno fatto richiesta dei contributi previsti dalle normative vigenti. Negli ultimi anni, si legge ancora nella premessa, i periodici ammessi a contributo sono stati circa settanta tra quelli operanti all’estero e circa venti tra quelli editi in Italia; le manifestazioni di disagio e le inquietudini sulla possibilità di poter proseguire nelle pubblicazioni da parte di testate che per decenni si sono identificate con la vita di molte nostre comunità sono molto diffuse ed espresse con toni alti, talvolta di protesta, al punto che è legittimo il timore di una drastica riduzione del numero delle testate. Considerato che nel precedente sistema normativo, un utile ruolo di supporto istruttorio ha svolto la Commissione per l’esame delle domande presentate dalle testate che operavano all’estero o per l’estero, composta da rappresentanti della Federazione della stampa italiana all’estero e dalle associazioni nazionali che editavano pubblicazioni periodiche, un’attività senza alcun onere per lo Stato in quanto il lavoro dei componenti era prestato a titolo gratuito”, Garavini e Alderisi chiedono di sapere “se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga, nell’immediato, di voler disporre una moratoria relativa alle domande per il 2018 ancora pendenti e in discussione o oggetto di un provvedimento di esclusione, volta a una riconsiderazione delle situazioni sospese o escluse, e di prevedere un’organica revisione della regolamentazione relativa ai periodici italiani all’estero da adottare con apposito provvedimento” e “se non ritenga di cogliere l’occasione del primo provvedimento adatto allo scopo per ripristinare, senza alcun onere, la Commissione per l’esame delle pratiche di richiesta di contributo esistente fino all’entrata in vigore dell’attuale normativa”. (aise).
La senatrice Alderisi ci ha promesso che cercherà’ di arrivare a Vancouver in un prossimo futuro per incontrare la comunità’ italiana.