Cinque secoli di storia si fondono con il presente nella bottega d’arte di Giuseppe Fasano

di Anna Foschi Ciampolini

Su Giuseppe Fasano, un nome che tutti conoscono nella sua Puglia ma soprattutto un premiatissimo artigiano- artista con una fama che ha valicato i confini d’Italia per espandersi nel mondo , sono stati scritti fiumi di articoli e girati numerosi documentari. Perché allora vogliamo riproporre un altro ritratto di questo poliedrico artista? Fasano è un “uomo del Rinascimento.” Un uomo che non si ferma davanti a ostacoli o imprevisti. Non se ne trovano piὺ molti in giro. Imprenditore sagace, artista innovatore, temperamento vulcanico, il suo ottimismo e la sua energia sono contagiosi e si traducono in progetti ambiziosi e in nuove esperienze che lo portano a viaggiare per tutti i continenti, dall’America al Giappone al Nord Europa e nel resto del globo, per portare i suoi oggetti d’arte a un pubblico sempre piὺ vasto. Fasano è di casa con le celebrità. Leggendaria la sua lunga e salda amicizia con il cantante Al Bano, altra icona pugliese, e fra le tante altre sue frequentazioni di VIP, ricordiamo il suo incontro con l’ultima vera Diva del cinema italiano e internazionale: Sofia Loren, con la quale ha anche recitato una piccola parte nel film “La vita davanti a sé” diretto da Edoardo Ponti e girato in Puglia nel 2019.

Le ceramiche di Fasano sono infatti usate per l’ambientazione di films e serie televisive e lui, dinamico, disinvolto e piacevolmente “sfrontato” come è, spesso non disdegna di fare qualche “comparsata.” Fasano non è un uomo di mentalità ristretta, non è soltanto attento al denaro e alla fama. Sa apprezzare il valore della cultura, sa onorare principi di tradizione, storia e coerenza che oggi vengono spesso dimenticati. Dopotutto, fino dall’ inizio del 1600 la sua famiglia ha lavorato l’argilla, la materia prima per la ceramica che abbonda nei numerosi banchi presenti nel territorio di Grottaglie ( il paese deriva il nome da Criptae Aliae, che significa molte grotte e gravine, poi divenuto Criptalium nella denominazione Latina e Li vurtàgghie nel dialetto locale.) Cinque secoli di storia, di passione e di dedizione, un’arte che si tramanda di padre in figlio e infatti Giuseppe ha iniziato l’apprendistato con suo padre Nicola fin da quando era un ragazzino, nel laboratorio nel celebre Quartiere delle Ceramiche che è situato lungo la discesa fra la città alta e la città bassa. A suo padre (e anche alle tante antiche generazioni dei Fasano impegnate nella produzione di ceramica) viene dedicato il Premio Internazionale “Nicola Fasano- Grottaglie “Città delle Ceramiche” giunto quest’anno alla quarta edizione, conferito il 18 settembre scorso e ambientato come di consuetudine nella bella cornice delle Tenute Al Bano Carrisi a Cellino San Marco in provincia di Brindisi. Il celebre cantante e uomo di spettacolo infatti condivide con Fasano il rispetto e la gratitudine per gli insegnamenti ricevuti dai loro rispettivi padri. Nicola Fasano e Carmelo Carrisi hanno trasmesso valori che hanno aiutato questi due uomini, nati nella solare Puglia, a raggiungere il successo di cui godono oggi.

Facendo spazio nella sua fitta agenda di impegni, Fasano ha trovato tempo per rispondere a viva voce nel corso di una conversazione telefonica ad alcune domande sulla sua vita e i suoi progetti per i nostri lettori.

(Bottega d’Arte Giuseppe Fasano, Via Caravaggio 1, Grottaglie (Taranto) www.giuseppe.fasano@weebly.com)

Anna Foschi: La antichissima tradizione dell’arte ceramica di Grottaglie rappresenta un vanto e un primato nel mondo. Puoi parlarci della tua attività e della tua bottega d’arte?

Giuseppe Fasano: Noi vediamo che c’è questa bellissima realtà, la fantasia del creatore, che sarebbe l’artigiano, che diventa praticamente un tutt’ uno con quella che è poi la tradizione delle ceramiche di Grottaglie vista in una chiave contemporanea. Noi che cosa facciamo come ceramica in questo momento storico? Non siamo piὺ nella situazione di semplice utilizzo, dove una volta si faceva la ceramica per poter parlare di collocarla li o qui, oppure ci mettevamo del cibo dentro, quindi era una ceramica d’uso. Adesso la ceramica è diventata sì di uso però si punta sulla stile, ad esempio una decorazione che dipingiamo su un piatto è uno stile che noi oggi interpretiamo. Senza abbandonare la grande, ricchissima vena della tradizione, possiamo però attualizzarne l’aspetto e anche le modalità di uso per fare sì che si integrino e diventino parte della vita e delle esigenze contemporanee.

Anna Foschi: Nella tua produzione, come si conciliano i canoni della tradizione con le esigenze del mercato contemporaneo?

Giuseppe Fasano:Praticamente, con la mia intuizione prima di tutto, con la mia idea originale. Io mi metto a disposizione di quelle che sono le esigenze dei giovani nell’era contemporanea come la vedo io, La decorazione, tutto nasce dai colori, dai vestiti, dalla moda, ad esempio se c’è una influenza, una tendenza nella moda verso il colore grigio o grigio scuro, o della gamma del colori caffè, quando devo fare moda io devo fare una tradizione che richiami un poco l’”Armani style.” Io gioco con i colori e con le forme, le quali nella tradizione di Grottaglie formano già una moda a sé. Ad esempio, prendiamo i vasi da notte prodotti da secoli e secoli a Grottaglie. Con la loro struttura lineare, minimalista, erano già uno studio nella “forma.” Li esportavo in Danimarca e i danesi li compravano pensando che fossero oggetti di decorazione, tipo fioriere o soprammobili, invece di oggetti di uso molto prosaico!

Anna Foschi: Parliamo del Premio Internazionale “Nicola Fasano” che hai fondato e che viene organizzato ogni anno nel mese di settembre. Cosa ti ha ispirato a lanciare questa iniziativa?

Giuseppe Fasano: Siamo figli dei nostri padri e madri. Magari nel corso della nostra vita, specie da giovani, non capiamo l’importanza di questo legame, di questa eredità spirituale, ma la loro importanza non si perde. Proprio perché mio padre Nicola per me è stato una figura così importante, io ho cominciato a lavorare l’argilla e sono diventato ceramista. Il Premio propone proprio questo: essere vicini alle nostre radici famigliari e culturali, onorare i nostri genitori e antenati, e onorare e continuare anche l’arte e i mestieri che essi ci hanno insegnato. A questa quarta edizione del Premio Nicola Fasano hanno partecipato anche altre famiglie che credono e che continuano la tradizione famigliare che ha permesso, ad esempio, di creare industrie come la Pasta Divella, o di fondare la dinastia musicale di Al Bano e suo figlio Yari Carrisi, anche lui cantante e imprenditore. C’erano anche tanti altri personaggi, anche celebrità, che credono nel ruolo della famiglia e nei valori che la famiglia trasmette e rappresenta.

Anna Foschi: Un argomento forse un poco spinoso. Pensi che ci sia valido sostegno da parte delle autorità governative (a qualsiasi livello) per questo comparto artistico e produttivo?

Giuseppe Fasano: Questo purtroppo è un problema serio. Non si pensa a conservare i miestieri, e per i giovani, a potenziare l’istruzione nel campo, a incentivarli e aiutarli a inserirsi nel mondo del lavoro dell’ arte/artigianato. A sostenerli nell’ individuare la propria vocazione, nello scegliere il mestiere che davvero li appassiona, così che possano guardare al futuro con concretezza, e non affidarsi ad alternative che hanno un carattere distruttivo, e credo che tutti sappiamo di cosa parlo. Io avevo otto anni quando ho cominciato a lavorare al forno della bottega ceramica. Mio padre non mi obbligava, non mi dava mica le botte! Ma a me piaceva creare, imparare, progredire. Questi valori li ho trasmessi ai miei figli che hanno tutti intrapreso le loro carriere con grande successo ma anche con grande dedizione.

Anna Foschi: Quali sono i tuoi progetti per il futuro? e… Scommettiamo che non metterai mai “i remi in barca” almeno completamente?

Giuseppe Fasano: I remi in barca non si dovrebbero mettere mai! Per quanto mi riguarda, io ho intenzione di continuare a fare conoscere l’arte, a diffondere l’amore e l’interesse per l’artigianato e i mestieri d’arte. La mia azienda ha un livello internazionale, noi esportiamo in tutto il mondo, ma io credo anche e soprattutto nell incentivare il mercato interno, nel risvegliare l’interesse degli italiani per le eccellenze che il nostro paese produce. Guarda, ti faccio un esempio: questa estate, data la situazione globale con i problemi causati dalla pandemia, l’afflusso dei turisti internazionali è stato minimo, ma abbiamo visto un grande movimento di visitatori da tutte le regioni d’Italia. Qui da noi, in Puglia, c’è stata una vera esplosione. Questo mi spinge a continuare la mia opera di promozione e educazione verso l’arte ceramica, la tradizione grottagliese e in una prospettiva ancora più ampia, a perseguire il mio scopo di motivare i giovani ad avvicinarsi ai mestieri, alla produzione di ceramica, ma anche tutti a tutti i mestieri creativi, dalla pasticceria all’intarsio dei mobili per fare degli esempi. E poi, in conclusione, a tutti gli amici di Vancouver mando un invito: venite a trovarci in Puglia, la Puglia vi ospiterà con tutto il suo calore e la sua allegria. Venite a fare un corso di introduzione alla ceramica, vi aspetto per una esperienza che sono certo vi appassionerà. A presto!

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